Il Forum di Dialogo Italo-Russo riparte da giovani e impresa

La collaborazione tra il mondo del business e il mondo della scienza e delle università nei suoi vari aspetti, come il business cerca i talenti e come le università preparano gli studenti ad entrare nel mondo del lavoro, nonchè il ruolo svolto dai governi.

Il panel ha riunito il gotha delle aziende italiane operative in Russia, nomi come Tecnimont, Enel, Saipem, Sirtec Nigi, Siad, Marr in rappresentanza di settori chiave quali energia, ingegneria, alimentazione.

Di fronte a loro una platea di studenti russi e italiani dell’MGIMO di Mosca, l’ateneo moscovita che «sforna» i diplomatici del futuro, in un’accezione sempre più ampia in cui l’originale ambito della politica internazionale si allarga fino a tessere nuove reti di contatto commerciale, economico, culturale. È questa logica che conferisce rinnovato impulso al Forum del Dialogo Italo-Russo, come spiega a Sputnik Ernesto Ferlenghi, co-presidente per parte italiana.

- Dottor Ferlenghi, il Forum del Dialogo Italo Russo, che era stato fermo per alcuni anni, si rimette a studiare?

- Io credo molto nella collaborazione con il mondo dell’Università: dobbiamo guardare a questa nuova generazione di studenti, che peraltro in Russia hanno un livello di preparazione elevatissimo e le sinergie con il nostro mondo accademico italiano sono enormi.

Il russo è la terza lingua più studiata in Italia, solo qui all’ MGIMO abbiamo più di 120 studenti italiani e 450 che studiano l'italianoo in questo anno accademico. Il dialogo deve andare avanti. Ho notato che i nostri vicini francesi, tedeschi, gli austriaci e poi giapponesi e sudcoreani hanno tutti dei tavoli di forum di dialogo bilaterali. Il nostro era partito molti anni fa, nel 2004, poi negli ultimi 4/5 anni si era un pò assopito. Adesso l’obiettivo è di ridargli energia.

- Studenti italiani e russi, imprese, università: come si riesce a «fare quadrato»,  unendo questi quattro soggetti?

- Noi partiamo dal piano della società civile, ma diventa fondamentale il momento di aggregazione tra il mondo accademico ed il mondo delle imprese. La Germania in Russia ha 3000 joint venture, noi solo 70-80. All’inizio il vantaggio competitivo dei tedeschi era quello che mandavano qui i loro cittadini della Germania orientale che parlavano russo. In Italia abbiamo diffuse e ramificate relazioni con molte università russe. Questo tentativo di portare le imprese e gli studenti italiani in Russia e viceversa è una piattaforma di dialogo straordinaria. Anche dal punto di vista opposto, che siano gli studenti russi a venire nelle nostre università italiane, rappresentando una faccia nuova della Russia, che investe sulla ricerca e sullo sviluppo, come dimostrano i corsi tenuti da docenti dell’MGU di Mosca a Ca’ Foscari.

- Lei ha menzionato l’importanza di attrarre laureati stranieri in Italia e viceversa, italiani in Russia. In Italia da più parti viene lanciato l’allarme sulla mancanza di laureati. Dove nasce questo scollamento tra domanda e offerta?

- E’ vero. E’ un tema fondamentale. Il problema è che abbiamo tanti laureati che però non sono in grado di essere accreditati come dei veri specialisti sul mercato.
    • Il collegamento tra il mondo delle imprese ed il mondo accademico è debole. Non è un rapporto bilaterale, ma di coordinamento tra il governo, il mondo accademico, il business.
    • L’Università produce innovazione, idee che vanno poi trasformate in un prodotto finito.
    • Il prodotto finito ha bisogno di marketing, di chi lo inserisce all’interno di una strategia più specifica.
Questa catena di valori tra mondo accademico/governo/impresa deve essere sempre più stretto. Dall’altro lato c’è un tema oggettivo:
Nel momento in cui la domanda nel paese non cresce, diventa fondamentale la lungimiranza delle imprese a puntare sulle risorse umane, cercare le risorse, crearle all’interno delle università, con un ciclo di studi specifico oppure appoggiando una propria cattedra. Le grandi imprese riescono a farlo, le PMI no ed è per questo che diventano fondamentali gli investimenti sul capitale umano. Un principio di turnazione sano, sulla base del quale ci sia un ricambio generazionale continuo, è fondamentale in ogni paese.

- Rimaniamo sul tema Piccole e Medie Imprese, ricerca, investimenti. Alla luce dell'intesa siglata tra la Cassa Depositi e Prestiti ed il Fondo Russo degli investimenti diretti (Russian Direct Investment Fund) è possibile ipotizzare un meccanismo che individui e finanzi progetti di ricerca «cuciti» proprio intorno alle esigenze delle Piccole e Medie Imprese? 

- E’ un interessante iniziativa ed è opportuno che queste richieste arrivino proprio dalle imprese. La domanda e l’offerta di competenze nasce dalle imprese. E’ un’idea ottima. Adesso dobbiamo concentrarci su come utilizzare i fondi, i 300 milioni di euro che sono stati stanziati nell’ambito dell’accordo firmato tra CDP e Fondo Russo esclusivamente per le PMI e questo cercheremo di farlo sia come Forum di Dialogo, sia come altre associazioni d’impresa. Per quanto riguarda la Russia dobbiamo guardare molto alle regioni. La grande crescita di domanda di servizi e competenze crescerà molto nelle regioni, con un ruolo di coordinamento da parte del governo federale russo.

I nostri competitor diretti non stanno a guardare: vedo francesi, tedeschi, cinesi molto concentrati sul rapporto con la Russia. Noi abbiamo fatto moltissimo, storicamente, ma dobbiamo perseguire ancora un obiettivo, quello di massimizzare il dialogo su tutti i piani possibili che abbiamo con questo paese. La Russia gioca un ruolo fondamentale in quest’area del mondo, anche in Medio Oriente, è un partner con cui dobbiamo avere relazioni.

- Dopo questo evento «zero», qual è l’agenda futura del Forum di Dialogo Italo Russo?                                  

- Anticipo che noi presenteremo a fine novembre il programma di iniziative per il 2020. Sarà un programma ricco, con più di 50 eventi in entrambi i paesi.

    • Parliamo di cultura, con concerti, mostre fotografiche, balletti, presentazioni di libri. Straordinari, inediti, ad esempio uno sulla storia dei gulag, un altro sull’apertura dello stabilimento FIAT a Togliatti, quando la Fiat vinse un tender basato proprio sul principio della localizzazione.
    • Parleremo di sport ed anche di media e comunicazione, con un’occasione di confronto tra i giornalisti dei due paesi, per capire come viene informato il pubblico italiano sulla Russia e viceversa.  
    • Un altro tema che non abbiamo sottovalutato è l’ambiente, perché le sfide ambientali sono diventati un tema che riguarda tutti noi e che è relativamente nuovo in Russia, mentre è più radicato nella percezione comune in Italia. In ogni campo se c’è dialogo si aprono nuove opportunità.
 

Fonte: https://bit.ly/2N6YcUx

24 Ottobre 2019