DarkSide-50 è alla ricerca di materia oscura sotto le montagne italiane

Nel caso in cui la teoria di gravitazione non sbaglia nella sua formulazione (ci sono quelli che sostengono che la teoria della gravità è inesatta), allora ci deve essere una risposta alla domanda che cosa costringe le galassie a muoversi e non disintegrarsi in parti più piccole. Questa notizia preoccupa molti scienziati. Ed è proprio la materia oscura che sarebbe la parte indispensabile che tiene insieme l’intera galassia.

Il progetto DarkSide-50 ha riunito i migliori esperti nel campo delle conoscenze provenienti da Italia, Francia, Polonia, Ucraina, Russia e Cina. È indirizzato ad aiutare alla ricerca di particelle di materia oscura, che, secondo gli scienziati è oltre il 23 per cento di tutto l’Universo. I partecipanti al progetto la scorsa estate hanno assemblato l’apparecchio nel laboratorio. La monte del Gran Sasso è diventata un oggetto di ricerca.

Il rivelatore comprende 38 litri di argon puro che è stato raffreddato ad una temperatura di - 186 gradi Celsius, e quindi rimane in forma liquida. Secondo i partecipanti al progetto, questo dispositivo è in grado di resistere a circa 50 kg di argon che sono utilizzati durante l’esperimento. Diverse file di fotorivelatori sono disposte sulle superfici superiori e inferiori dello strumento e registrano i dati. Contemporaneamente una bobina di rame raccoglie gli elettroni che si formano per contatto con la materia oscura e visibile.

Il gruppo di ricercatori ritiene che la materia oscura non sia altra che grandi particelle interagenti debolmente. Secondo l’opinione degli scienziati, le particelle possono essere osservate quando si collegano con gli atomi di argon. Anche se queste collisioni si verificano ogni anno, non c’è materiale fotografico o video che confermi questa teoria. Al momento della collisione del nucleo c’è una debole fonte di luce che gli sperimentatori vogliono catturare.

Sebbene esperimenti simili siano già stati condotti a Princeton, gli scienziati attuali hanno deciso di ripetere la loro impresa usando invece di 50 kg di argon 2,7 tonnellate. Per questo motivo, lo studio è condotto tra le montagne del Gran Sasso.

Fonte: http://bit.ly/M8bazS

23 Gennaio 2014